Dopo un cappuccino americano, seduti su sgabelli, con cookie in una mano e l’altra sul computer, puro stile San Francisco,abbiamo, dopo aver “apprezzato” la completa libertà americana (volete l’assicurazione sul vostro veicolo? E sui danni ad altre cose? Credit card, please!) preso possesso della nostra nera e fiammante Ford Fusion. Il motore romba, l’autoradio canta, il vento dai finestrini, il cambio automatico fa il suo, comodo, dovere, direzione nord.
Prima di attraversare la baia, tappa al Presidio District, dove e’ la sede di Industrial Light and Magic. Passeggiando nel campus, piu’ che in una societa’ di post- produzione, sembra di essere in un resort vacanze, dove si puo’ trascorrere la giornata nella piu’ assoluta rilassatezza e tranquillita’. Dovrei mandare un curriculum .
Risalendo in macchina, ci siamo fermatti appena prima di passare sopra al Golden Gate, per le foto (e foto, e ancora foto) di rito. Il ponte e’ strabiliante, ma forse lo e’ ancora di piu’ il parco attorno, e le possibilita’ che vengono date agli abitanti e ai turisti di viverlo. Tra pescatori e gabbiani, bimbi e amanti del jogging, turisti e innamorati.
Poche miglia dopo aver attraversato il ponte, eccoci a Sausalito, con le sue HouseBoat caratteristiche, e il porto invaso da barche a vela.
Ancora piu’ a nord, ci addentriamo tra le morbide curve delle colline della Wine County. Qui i vigneti dominano il panorama, e le prime foglie colorano di verde i filari.
Sonoma e’ un piccola cittadina nel cuore della omonima valle, e la piazza principale mostra tutto il lato turistico ma ricercato che caratterizzato tutta questa zona. Vinerie per cinquantenni incravattati, piccoli ristoranti e negozi di cioccolato d’arte. E ancora vino.
Noi decidiamo di rilassarci con una birra.
Due tavoli da biliardo, qualunque quadro o icona che si possa immaginare ed aspettare in un bar per motociclisti appesa alle pareti; anche la musica sembrava fatta apposta per regalarci quella senzsazione di bar in cui ti aspetti una rissa da un momento all’altro: ma anche tutto questo era fatto su misura per dare questa immagine o e’ proprio nella natura del locale?
Ancora qualche miglia, accompagnati dal tramonto del sole, riflesso su file di cassette per la posta, arrugginite da troppo vento e pioggia, per arrivare al nostro motel. Un vero motel americano alla periferia di Santa Rosa, con tanto di cicciona simpatica alla reception (sara’ la prima a morire), musica diffusa (la colonna sonora per il nostro serial killer), l’immancabile tenda alla doccia da Psycho (spero non sia il luogo dell’assasinio).
Cena costosa ma buona in un ristorantino chic dalla parte opposta della citta’, con tanto di biro-con-testa-di-maiale-rosa-lampeggiante per firmare il conto; cibi buoni, con riferimenti alla cucina italiana, ottima carne speziata, vino ricco e corposo ma costosissimo per i nostri standard. Qui e’ proprio un bene di lusso: bottiglie tra i 27 e 150 dollari, con la media che si aggira attorno ai 60.
Domani si macinano altre miglia, destinazione Yosemite.
ps: aggiornamenti ai post passati!!!
Comments 1
finalmente un pò foto
anche se in realtà forse non sono necessarie perchè, come commentavo con Sara, questi racconti sono strumenti per far lavorare l’immaginazione altrui
Posted 18 Apr 2009 at 8:04 pm ¶Post a Comment