La Talpa di Thomas Alfredson è la trasposizione cinematografica dell’omonimo libro del maestro della spystory John le Carré.
Il film mi ha incuriosito sin da quando ho letto della sua partecipazione in concorso al festival di Venezia e finalmente ieri ho potuto vederlo (purtroppo non in lingua originale, ma la proiezione, digitale, al cinema The Space in piazza della Repubblica è stata di elevata qualità). E non sono rimasto deluso.
Tre anni fa, Alfredson mi aveva colpito con lo splendido “Lasciami Entrare” (Let The Right One In) e con questa nuova opera continua a creare grande cinema.
Il film è una spy story classica, ambientato a Londra in piena guerra fredda, con i tempi e gli intrighi (piuttosto “intricati”) tipici del genere: non aspettatevi certo un James Bond alla Daniel Craig. Anche perché il protagonista George Smiley, interpretato da un ottimo Gary Oldman, è l’esatto opposto del personaggio inventato da Ian Flemming: un anti-eroe di mezza età che fa della calma, della sua acuta intelligenza e memoria e dell’abilità nel muoversi nel torbido ambiente dello spionaggio le sue armi di battaglia.
Il ritmo della storia (ma anche del montaggio), sopratutto nella prima parte, rispecchia un po’ le caratteristiche del protagonista: l’inizio è lento, mentre vengono presentati tutti i personaggi e le loro relazioni, ma una volta entrati nel mistero della talpa è impossibile staccare gli occhi dallo schermo.
I costumi e soprattutto la scenografia sono assolutamente perfetti: non un dettaglio fuori posto, e sono al servizio completo della storia, raccontandoci ancora di più di quegli anni, di quel ambiente e della vita e psicologia dei personaggi.
La regia mi ha assai intrigato, con splendide inquadrature su dettagli (che solo una spia potrebbe cogliere) e dolly e movimenti macchina morbidi e mai veloci: niente macchina a mano qui! Ma inquadrature sempre composte e illuminate alla perfezione.
Per ora il mio preferito del 2012 (dopo The Artist, che però a tutti gli effetti è uscito nel 2011).
+ Per i film numero #2, #3, #4 del 2012, un post tra qualche giorno
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